Elisa T. Munizza, «Raúl Zurita y Dante Alighieri: diálogo entre la selva oscura y las estrellas», Madrid, Editorial Verbum, 2022, 287 pp.
Appare pubblicata, per i tipi di Verbum, parte della tesi dottorale discussa nel 2020 da Elisa Munizza presso l’Università di Alicante sotto la guida di José Carlos Rovira.
Dopo aver chiarito, nelle premesse, lo status quaestionis, lo studio si concentra sostanzialmente sui debiti danteschi nell’opera di Raúl Zurita, a partire dall’influenza della nonna materna, Veli, artista genovese che porge ai nipoti la cultura italiana classica, in particolare Dante Alighieri. A lei e al bagaglio linguistico e letterario italiano è dedicato il primo capitolo del libro, intitolato La patria del lenguaje: Josefina Pessolo.
Le influenze del sommo poeta sono evidenti fin dalle prime composizioni del poeta cileno, del 1970, come ben sviluppa il secondo capitolo, El infierno y su importancia en la lírica zuritiana. E, sebbene la prima parte della Commedia sia preponderante rispetto alle altre due, nessuna delle sue composizioni ne porta il titolo.
Il terzo capitolo, La Idea de Salvación, tratta della missione profetica di Dante e della strada per la felicità, che questa volta per Zurita non passa né dal poeta fiorentino, né dalle convinzioni religiose e politiche dell’ava italiana. Lo scrittore si percepisce quale un profeta, la cui missione è condurre l’umanità verso un luogo utopico attraverso un percorso inverso a quello dantesco, innescando la scintilla divina che è in ognuno di noi.
Nel quarto capitolo, Zurita como Dante: Auctor, Agens, Viator, Munizza cerca di distinguere i vari ruoli del poeta cileno, a partire dal contesto dittatoriale e nell’avvicendarsi di molte voci liriche disorientate ma componibili attraverso l’amore.
Zurita rafforza le conoscenze italiane trasmesse sul piano familiare attraverso lo studio, tanto da mettersi alla prova nella traduzione di Dante. Nel quinto capitolo, Raúl Zurita traduce la Divina Commedia: comentario a la traducción del V Canto, la studiosa analizza appunto i versi dedicati alle vicende di Paolo e Francesca, i riferimenti classici, i rimandi biblici nella ricreazione poetica dell’autore cileno.
Chiudono il volume, dopo La conclusión es la muerte del amor, un apparato di immagini, la traduzione del V canto dantesco a firma di Zurita e un’intervista di Munizza allo scrittore intorno ai procedimenti creativi, alla finalità della poesia, ai debiti della cultura italiana nella sua opera artistica.
Patrizia Spinato B.
(Dal Notiziario n. 112, marzo 2023, pp. 12-13)