ULISSE ALDROVANDI E LE NOVITÀ DELL’ALTRO MONDO
Alessandra Cioppi
(CNR – ISEM – Università di Milano)
L’8 dicembre 2022 si è inaugurata a Bologna, presso il Museo di Palazzo Poggi, la mostra dal titolo L’altro Rinascimento. Ulisse Aldrovandi e le meraviglie del mondo, la cui chiusura è prevista il 10 aprile 2023.
L’esposizione è stata curata nell’ambito delle Celebrazioni aldrovandiane (1522-2022) dal Comitato Nazionale Ulisse Aldrovandi, costituito dal Sistema Museale d’Ateneo dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, sotto la conduzione scientifica di Roberto Balzani, Giuseppe Olmi e Giovanni Carrada, dalla Biblioteca Universitaria di Bologna, con la direzione di Francesco Citti e Giacomo Nerozzi, e, infine, dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche in accordo con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sotto la guida scientifica di Alessandra Cioppi e Maria Elena Seu. Il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso possibile l’allestimento del percorso museale e delle installazioni digitali.
L’altro Rinascimento, mostra ideata in occasione del V Centenario della nascita di Ulisse Aldrovandi (Bologna, 11 settembre 1522 – 4 maggio 1605), naturalista, botanico, medico ed entomologo del Cinquecento-Seicento, si presenta come un’opportunità culturale e allo stesso tempo come una grande sfida. L’opportunità consiste nella valorizzazione del corpus aldrovandiano, una smisurata collezione che viene analizzata ed esposta con grande rigore scientifico nelle splendide sale affrescate di Palazzo Poggi. La sfida, invece, è caratterizzata dal tentativo di intercettare un pubblico il più possibile ampio per rendere l’esposizione di questo eccezionale patrimonio culturale un’espressione tangibile dell’impegno scientifico e divulgativo propri del naturalista e collezionista bolognese, personaggio di grande caratura del Rinascimento italiano, anche se, forse, meno noto di altri scienziati, artisti e letterati dell’epoca.
In verità, Ulisse Aldrovandi era già considerato, presso il pubblico colto internazionale a lui contemporaneo, un’icona dell’impegno scientifico in quella prospettiva che ora potremmo definire ‘interdisciplinare’, ed era ritenuto un illuminato precursore di quell’approccio metodologico oggi chiamato ‘Terza Missione’. Per Aldrovandi, infatti, il trasferimento scientifico e culturale delle conoscenze fu sin dal principio molto chiaro: era fondamentale poter passare dalla realtà di una collezione privata alla sua comunicazione universale attraverso la rappresentazione pittorica e il libro a stampa illustrato. Per raggiungere questo obiettivo Aldrovandi aveva allestito una vera e propria impresa culturale, era riuscito a ‘creare reti’ con colleghi, specialisti, scienziati e ‘imprenditori’ contemporanei. Difficile immaginare qualcosa di più prossimo al suo desiderio di diffondere il sapere, di contaminare la società civile, di disseminare i risultati della ricerca sul territorio, attività che ai giorni nostri sentiamo appartenere strutturalmente alla ‘Terza Missione’ delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
L’eredità scientifica di Ulisse Aldrovandi, tuttavia, non si ferma qui. Comprende un’altra intuizione, la quale, malgrado i cinquecento anni trascorsi, lo rende uomo del nostro tempo: la tutela del patrimonio culturale da lui raccolto che volle donare al Comune di Bologna perché fosse reso pubblico. Ciò gli permise di salvare i suoi volumi di erbari, le carte, i libri, i disegni e svariati oggetti, impedendone la dispersione e consegnandoli alle generazioni future.
Le sue collezioni sono incredibilmente estese e assolutamente intellegibili nonostante la distanza di mezzo millennio. Esse presentano una documentazione dettagliata dei processi culturali, delle relazioni intellettuali, della selezione e della classificazione di piante ed esseri viventi, dei supporti editoriali e grafici utilizzati per la trasmissione e la disseminazione ‘a distanza’ dei risultati della sua ricerca, grazie ai disegni acquarellati, dapprima, e alla stampa, poi. La raccolta delle ‘cose di natura’ e la loro rappresentazione plastica conferiva alle nozioni teoriche una concretezza sperimentale: i reperti del mondo vegetale, animale, minerale potevano essere direttamente e diversamente osservati. Un unicum per l’Europa del tempo e quindi, considerando il periodo di riferimento, del mondo. Lo stesso Aldrovandi nella sua autobiografia ricorda come «prìncipi, signori et persone letterate andassero a visitare con maraviglia in casa sua quella specie di ‘teatro di natura’».
Nel percorso espositivo della mostra, allestita dal Comitato aldrovandiano, non doveva mancare, quindi, quel processo di ripensamento del ‘fenomeno Aldrovandi’ che avrebbe consentito, lungo un’unica trama logica e narrativa, l’esposizione dei pezzi più significativi di quel ‘microcosmo di natura’ che, proprio lui per primo, aveva voluto rendere pubblico e proporre alla nostra curiosità.
L’altro Rinascimento ripercorre e racconta un episodio fondamentale del Rinascimento italiano, tanto importante quanto poco conosciuto perché messo in ombra, forse, dagli innumerevoli capolavori dell’architettura e dell’arte che tutto il mondo riconosce. Aldrovandi, invece, insieme a un piccolo gruppo di medici e naturalisti, ha saputo gettare le basi del nostro immaginario visivo sull’universo della natura e ha contribuito a creare il mondo moderno, aprendo la strada allo studio della storia naturale che ha poi continuato nei secoli a seguire.
Erbari secchi ed erbari acquarellati, matrici xilografiche per la stampa delle ‘cose di natura’, disegni ed esemplari di piante e animali, manoscritti, codici, strumenti in gran parte mai esposti prima e libri che costituiscono una preziosa testimonianza sulla storia delle scienze della vita (botanica, zoologia, paleontologia, veterinaria, antropologia, anatomia umana), sono ‘cuciti insieme’ in un racconto espositivo che, sala dopo sala, li fa parlare, prendendo per mano il visitatore, affascinandolo ed accompagnandolo sin dall’ingresso in un viaggio nel passato alla scoperta delle radici del presente.
Come gli altri naturalisti del Cinquecento che riprendono lo studio della storia naturale, Ulisse Aldrovandi parte dalle opere degli autori classici, quali Aristotele, Dioscoride e Plinio, considerati vette di conoscenza e difficili da superare. Dal continente americano, però, scoperto qualche decennio prima, cominciano ad arrivare esemplari, disegni e racconti di piante e animali sconosciuti nel Vecchio Mondo, raccolto intorno alle rive del Mediterraneo. Dalle Americhe giungono nuove notizie, manufatti e codici di popoli di cui persino la Bibbia ignora l’esistenza. Un vero e proprio shock culturale per l’uomo del Rinascimento; eppure, Aldrovandi fu senza dubbio l’intellettuale bolognese che più si impegnò nello studio e nella raccolta di molti materiali provenienti dal Nuovo Mondo. Appartengono alla sua collezione di manufatti americani due oggetti di grande bellezza: una testina in serpentino verde, da lui chiamata «l’idolo col cappello», e una maschera lignea rivestita di mosaico che raffigura Yacatecuhtli, il ‘Signore del Naso’, dio patrono dei mercanti aztechi. Ma l’esemplare messicano sicuramente più straordinario che campeggia nelle sale di Palazzo Poggi in tutta la sua bellezza pittorica e policroma è il Codice Cospi, un manoscritto divinatorio realizzato da pittori nahua nel XV-XVI secolo, giunto a Bologna grazie al frate domenicano Domingo de Betanzos, il quale costituisce uno dei soli tredici manoscritti mesoamericani precoloniali esistenti al mondo.
L’altro Rinascimento, dunque, non è un percorso di mostra convenzionale ma la restituzione delle tappe, anche suggestive, che scandiscono il ‘pianeta’ Aldrovandi. Un tracciato che ci appare come la ‘memoria’ di un’esposizione, come la rappresentazione di un progetto di divulgazione scientifica ‘contemporanea’ che racchiude in sé uno spettacolare tentativo di divulgazione scientifica ‘arcaico’.
Una tale configurazione museale credo sia la prima volta che accade e questa, forse, è una ragione in più per visitarla con interesse ed attenzione.
Le pagine di riferimento della mostra sono:
https://site.unibo.it/aldrovandi500/it/mostra-altro-rinascimento-ulisse-aldrovandi;
Sistema Museale di Ateneo;
Museo di Palazzo Poggi;
@museiunibo
(Notiziario n. 111, gennaio 2023, pp. 16-18)