“Kepos. Semestrale di letteratura italiana”, n. 1/2023, 117 pp.

Il semestrale Kepos, diretto da Antonello Fabio Caterino, dell’Università degli Studi del Molise, e da Francesca Favaro, dell’Università degli Studi di Padova, è una rivista scientifica che accoglie contributi di studi letterari declinati secondo differenti approcci, dall’analisi del testo alle Digital Humanities. Il nome della pubblicazione riprende un termine greco che reca con sé diverse accezioni: un giardino recintato e protetto, ma contemporaneamente aperto a coloro che vogliono godere della sua fioritura e arricchirla con la propria conoscenza. A questo immaginario si ispira il comitato di direzione della rivista, il cui kepos aspira a diventare un luogo di incontro, di collaborazione e di mutuo apprendimento.

Nella sezione Saggi del numero qui proposto, Francesco Cositore discute de «La filologia come strumento educativo contro la disinformazione in rete»: lo studio dei falsi, condotto secondo le pratiche filologiche, può interessare molti prodotti che circolano in rete, dagli articoli di giornale ad altri formati multimediali; in questo modo la filologia può diventare un’alleata della nuova quotidianità, caratterizzata dalla crescente digitalizzazione. Presentando un esempio pratico, Cositore introduce un tema quanto mai attuale, ossia quello delle fake news e della necessità di dotare gli utenti di strumenti per verificare la veridicità delle informazioni.

Prosegue Caterino che, nel contributo «All’interno della “Camera dei Segreti”: l’invidia petrarchesca e il basilisco della Rowling», confronta il Secretum di Petrarca con la saga fantasy di Harry Potter scritta da J. K. Rowling, arrivando ad ipotizzare che il testo del XIV secolo sarebbe stato la fonte di ispirazione principale dell’autrice: da esso, la scrittrice avrebbe preso spunto per la costruzione dei due personaggi principali e di alcuni elementi fondamentali della storia, tra cui gli horcrux come eredi degli anime fragmenta petrarcheschi; il toponimo Camera dei segreti (titolo del secondo libro della saga), che calca quasi letteralmente il titolo del testo di Petrarca; l’idea del diario segreto, ripresa nello stesso capitolo della saga. Inoltre, lo studioso evidenzia un rapporto tra i due testi anche nei vizi capitali, in particolare l’invidia: in Petrarca essi sono affrontati grazie alla figura di Sant’Agostino, mentre nella saga fantasy l’invidia è rappresentata soprattutto attraverso la simbologia del serpente ad essa associato, animale più volte rappresentato nel romanzo e quasi sempre legato all’antagonista.

Nella sezione Varia sono presentati i contributi di Andrea Sartori, «Due forme di libertà malinconica: le fragilità moderniste di Mattia Pascal e Filippo Rubè», una lettura comparata dei romanzi di Pirandello e di Borgese alla luce dei principi fondamentali del pensiero di Binswanger sulla psichiatria fenomenologica e della reazione alla crisi modernista del Soggetto; di Marialaura Pancini, «The Envoi (“congédo”): a poetical send off in the Political and Civil minor Tuscan poetry of the 14th Century», sulle frasi di congedo delle canzoni toscane del XIV secolo, con un focus sui testi di Franco Sacchetti e Bruscaccio da Rovezzano; infine, di Marianna Scamardella, «Ombre senza volto e l’armonia della disarmonia tra Carlo Emilio Gadda e Italo Calvino», per un’analisi dei soggetti narrati dai romanzi dei due autori che ha come scopo dimostrare la presenza di personalità indistinguibili all’interno dei singoli personaggi.

Chiude la pubblicazione la parte dedicata alle recensioni di volumi pubblicati negli ultimi anni.

Martina Mattiazzi

(Notiziario n. 118, febbraio-marzo 2024, pp. 7-8)