Agenor Gomes, «Maria Firmina dos Reis e o cotidiano da escravidão no Brasil», São Luís, Editora AML, 2022

Agenor Gomes, Maria Firmina dos Reis e o cotidiano da escravidão no Brasil, São Luís, Editora AML, 2022, 360 pp.

Questo libro presenta un lavoro profondo e rigoroso svolto da Agenor Gomes sulla biografia, le opere e l’azione sociale di Maria Firmina dos Reis (1822/25 – 1917), considerata la prima scrittrice brasiliana, nata a São Luís do Maranhão e la cui attività si è svolta in campagna, a Vila de Guimarães, sempre nel Maranhão.

Maria Firmina, figlia di una schiava liberata, ha osato infrangere gli ostacoli imposti per la sua condizione di donna di colore in una società patriarcale e schiavista. È diventata insegnante, scrittrice, musicista e attivista sociale in un momento in cui anche le donne nate in famiglie benestanti erano private dei diritti basilari.

Il testo di Agenor Gomes è suddiviso in tredici capitoli, preceduti da un’introduzione. Nei primi due capitoli l’autrice contestualizza il momento storico-sociale in cui Maria Firmina visse gran parte della sua vita, il Maranhão nel XIX secolo. Nei capitoli 3, 4, 5 e 6 l’autore riporta la biografia e la produzione letteraria della scrittrice. I capitoli successivi, dal 7 al 10, sono dedicati alle varie sfaccettature di Maria Firmina: l’attivismo sociale, l’attività didattica e la causa abolizionista. I capitoli 11, 12 e 13 sono dedicati alle circostanze della sua morte, nonché alla scoperta e al riconoscimento della sua opera molti anni dopo.

Secondo Agenor Gomes, Maria Firmina rompe con la narrazione, adorata e alimentata dalla società schiavista del suo tempo, secondo cui i neri schiavi erano inferiori e meno capaci. Già prima di Castro Alves, riconosciuto autore abolizionista, Maria Firmina denunciava la violenza della schiavitù. Le parole ‘libero’ e ‘libertà’ furono inserite, da lei, nel vocabolario nero quasi trent’anni prima di Abolition. Già ultimato nel 1857, ma pubblicato solo nella seconda metà del 1860, il romanzo Úrsula, la sua opera più nota, inaugura il romanzo afrobrasiliano. Il nome dell’autore non compare nella prima edizione del libro, ma solo l’espressione «Una maranhense».

Dimenticata per decenni, fu grazie a José Nascimento Morais Filho che, nel 1978, l’opera di Maria Firmina dos Reis ricevette nuovo e grande interesse. Da allora, ci sono stati molti studi accademici sul suo lavoro dentro e fuori il Brasile, comprese le riedizioni aggiornate del romanzo Úrsula, la cui trama abolizionista emerge dallo sguardo dell’autrice nella stiva di una nave di schiavi, sulla base dei racconti ascoltati dai suoi antenati: «È la prima volta, nel romanzo brasiliano, che un personaggio nero africano, ridotto in schiavitù, ‘Preta Susana’, narra la tragedia della traversata atlantica nella stiva di un tumbeiro in Brasile» (p. 32).

Quanto alla storia pubblica di Maria Firmina, che inizia con il concorso per diventare insegnante, è segnata da polemiche e persecuzioni da parte delle autorità, soprattutto perché è una donna di colore che cerca istruzione, professione e riconoscimento. Dopo un lungo processo, che comprende anche il cambio della data di nascita, Maria Firmina viene nominata, il 16 agosto 1847, maestra sulla cattedra di prime lettere, che le impone di trasferirsi a Vila de Guimarães. L’istruzione avveniva separatamente per ragazze e ragazzi e a Maria Firmina tocca lavorare con le ragazze; esercita l’insegnamento per trentaquattro anni, fino a quando va in pensione, nel 1881.

Dagli anni Sessanta dell’Ottocento il movimento abolizionista acquista sempre più forza ed espressione e Maria Firmina, a sua volta, si impegna sempre più. Contemporanea di famosi abolizionisti come José do Patrocínio, Ruy Barbosa e Graça Aranha, nel 1887 scrive e pubblica il racconto «A escrava», lo stesso anno in cui è creata la Sociedade Abolicionista Maranhense, con sede a São Luis.

Tuttavia, nonostante tutti i suoi sforzi, i suoi stessi contemporanei non furono onesti con Maria Firmina e lei fu, a poco a poco, dimenticata e relegata. Quando fu creata l’Academia Maranhense de Letras non si ricordava nemmeno, tant’è che mancava una donna tra i fondatori, come era abituale all’epoca. A questo punto, Agenor Gomes ricorda che la stessa Accademia Brasiliana delle Lettere ha accettato la prima donna, la scrittrice Raquel de Queiroz, solo nel 1977.

Maria Firmina muore l’11 novembre 1917, in una casa semplice, circondata da gente umile. Dopo la sua morte, il suo lavoro è stato praticamente dimenticato ed è stato riscoperto quasi cento anni dopo. L’autore di questa recensione avverte un’enorme lacuna nella propria educazione, dovuta al fatto che non ha avuto contatti con i suoi libri a scuola. Per fortuna ultimamente sta crescendo molto l’interesse per l’opera di questa importante scrittrice brasiliana. 

Paulo Irineu B. Fernandes

(Dal Notiziario n. 112, marzo 2023, pp. 11-12)

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...