Alberto del Castillo Troncoso, «Le donne di X’oyep. Fotografia, storia, memorie», edizione italiana a cura di Maria Matilde Benzoni, Milano, Milano University Press, 2023

La collana «Texturas», pubblicata dalla Milano University Press, nasce su iniziativa di Emilia Perassi, Maria Matilde Benzoni e Maria Canella, che la dirigono, e si prefigge di offrire uno spazio di ricerca storica sulle secolari relazioni tra l’Italia, l’Europa e l’America latina. Vuole indagare i patrimoni culturali condivisi e in contatto, elaborati in virtú delle interazioni tra individui e comunità in movimento, le cui memorie comuni inducono a riflettere sulle modalità di abitare il mondo.

Il secondo volume è curato da Maria Matilde Benzoni e propone l’edizione italiana di Alberto del Castillo Troncoso, Le donne di X’oyep. Fotografia, storia, memorie, del 2013. L’operazione editoriale della nostra penisola, che segue quella portoghese e tzotzil-spagnola, è motivata dalla ricerca interdisciplinare che Alberto del Castillo Troncoso propone a partire dalla fonte fotografica, in questo caso un celebre scatto di Pedro Valtierra, sulla resistenza indigena e zapatista in Chiapas, fenomeno reso possibile dall’insurrezione di forte matrice mediatica del subcomandante Marcos nel Capodanno del 1994 a San Cristóbal de las Casas e che inaugura un forte processo di sensibilizzazione nazionale ed internazionale verso le masse indigene.

Il testo si apre con un’intervista di Maria Matilde Benzoni ad Alberto del Castillo, che sottolinea l’importanza delle immagini nella cultura messicana, non solo per il basso livello di alfabetizzazione, ma anche per una solida tradizione culturale. In particolare, la fotografia si afferma e si affina nel periodo del Porfiriato, a fine Ottocento, e, nel periodo rivoluzionario, attira professionisti stranieri che documentano la storia del Paese e lo portano alla ribalta dell’opinione pubblica internazionale. Celebre è per noi il caso della friulana Tina Modotti che, formatasi nello studio dello zio a Udine, perfeziona la propria tecnica al fianco di Edward Weston su soggetti legati alla politica messicana, con un potente sguardo femminile determinato dalle frequentazioni dei circoli artistici piú vivaci della capitale.

Nel testo Le donne di X’oyep. Fotografia, storia, memorie, da cui prende titolo l’intero volume, Alberto del Castillo Troncoso traccia l’evoluzione del fotogiornalismo messicano nel tardo Novecento, che giunge a rinnovare il tradizionale rapporto tra parola e immagine. La traduzione italiana è indotta dal portato della fotografia di Pedro Valtierra, simbolo della reazione indigena che schiude inusitati scenari etnici e di genere a partire da uno scatto del 3 gennaio 1998, qui riportato in copertina ed affiancato nel testo da molte altre immagini paradigmatiche di un rinnovato atteggiamento artistico e documentario, che scardina il silenzio nei confronti di comunità oppresse e marginalizzate. La reazione delle donne tzotziles verso i soldati messicani è divenuta un’icona ‘globale’ che immortala una maggiore indipendenza ideologica nei confronti del sistema politico, seppur con limiti interpretativi che necessitano un’equilibrata contestualizzazione e che qui l’autore evidenzia dal punto di vista dell’estetica e della tecnica fotografica, nonché delle sue risignificazioni e degli arricchimenti attraverso altre forme artistiche. Lo stesso subcomandante «Marcos attribuí alla fotografia un significato schiettamente simbolico e la utilizzò per sintetizzare icasticamente il conflitto in Chiapas, inserendo l’episodio dello scatto all’interno di una prospettiva internazionale» (p. 94).

I saggi di Massimo De Giuseppe, «Chiapas: ai confini del Nord America», e di Simone Ferrari, «“Nos atraparon el corazón”. Traiettorie e risonanze culturali dello zapatismo in Italia», intendono contestualizzare le radici storiche della ‘crisi glocale’ in Chiapas e le forme dell’interesse degli ambienti italiani per un evento insolitamente molto battuto dalle agenzie informative della nostra penisola.

Patrizia Spinato B.

(Notiziario n. 118, febbraio-marzo 2024, pp. 11-12)