Pietro De Viola, «Sale e Sangria. Romanzo di perdizione gioventù e amore», Mantova, Oligo Editore, 2021

Pietro De Viola, Sale e Sangria. Romanzo di perdizione gioventù e amore, Mantova, Oligo Editore, 2021, 337 pp.

Michele Tuca è un venticinquenne di Novara di Sicilia, un piccolo comune montano della provincia di Messina. Nel febbraio 2005 gli viene assegnata una borsa Erasmus con destinazione Barcellona. Dopo pochi giorni dal suo arrivo, Reus, un bizzarro docente di storia contemporanea, gli affida un compito apparentemente banale: per superare l’esame, lo studente deve intervistare Celestino Flores, un ex stampatore anarchico, e compilare una tesi di venti pagine sugli anni del franchismo. Celestino, tuttavia, ad ogni incontro, inventa stravaganze assurde per non affrontare il discorso e racconta vicende che apparentemente non hanno nulla a che vedere con gli anni della sua personale lotta al regime. Solo in alcune occasioni l’ormai anziano militante lascia trapelare le difficoltà che da bambino ha vissuto durante i giorni dell’Alzamiento nacional avvenuto il 17 luglio 1936. Uno dei momenti più traumatici della guerra civile per Celestino era stato il bombardamento di Almeria da parte dell’ammiraglio tedesco Scheer, a fine maggio del 1937. L’attivismo di Flores era terminato nel 1972 quando, assieme ad altri dissidenti, aveva oltrepassato il confine per recarsi a Perpignan per la proiezione del film L’ultimo tango a Parigi del regista Bernardo Bertolucci, proibito dalla censura iberica.

Michele, che a suo dire si sarebbe recato in Catalogna per ricevere al ritorno un encomio dal consiglio comunale del paesino Nebrodense, ma soprattutto per evitare la «naja», oltre a cercare di carpire qualche informazione a Celestino, vive intensamente il campus della Vila Universitària. Infatti frequenta feste disinibite organizzate dai coinquilini: Jorge, un messicano simpatizzante del fascismo, César, un libertario proveniente dai paesi baschi, Aniello, un napoletano tifoso della Juventus, oltre a Pau, un barista promotore dell’indipendenza catalana. Durante la sua permanenza partecipa a un concerto di Bono Vox, polistrumentista degli U2, e s’innamora di una ragazza parigina di nome Viola, esperienza questa che avrà risvolti molto profondi nel futuro.

In questo romanzo il ruolo della musica è preponderante. Il lettore può assistere a una rassegma variegata, inaugurata dalla Premiata Forneria Marconi, passando per Piccola Katy dei Pooh a Una lacrima sul viso di Bobby Solo fino a giungere ai brani di Syd Barrett. Michele è perfino un cultore delle pellicole del regista Pedro Almodóvar e del ballerino e cantante Patrick Wayne Swayze. Oltre a citare marchi di superalcolici o di abbigliamento, l’autore rivela molti dettagli toponomastici del capoluogo, come l’aeroporto El Prat, Plaça d’Espanya, Plaça Reial, Sant Cugat, Parc Güell, avenida Diagonal, le stazioni della linea verde Gràcia e Liceu, il promontorio di Montjuïc.

Nel libro sono presenti due errori storici che probabilmente De Viola fa compiere volontariamente al protagonista. Si è già detto che Michele lascia la sua isola perché altrimenti sarebbe convocato per il servizio militare. In realtà è lo stesso professor Reus che spiega al suo ignaro studente che in Italia la leva obbligatoria è stata sospesa dopo il 31 dicembre 2004. In secondo luogo, il giovane racconta che gli unici viaggi compiuti all’esterno della Sicilia sono stati con gli scout per un’udienza con Giovanni Paolo II ed in occasione delle ultime manifestazioni promosse prima dello scioglimento di «Sinistra Giovanile». In realtà quell’organizzazione partitica avrebbe continuato la sua esistenza fino al 2007 con la segreteria di Fausto Raciti confluendo successivamente nei «Giovani Democratici».

Alla base in italiano si alternano alcuni dialoghi molto semplici in spagnolo o in altri idiomi. Il testo è scorrevole, colloquiale e talvolta molto gergale. Probabilmente chi ha frequentato l’università nei primi anni 2000 può immedesimarsi con un po’ di nostalgia con quei compagni che grazie all’Erasmus hanno viaggiato per l’Europa.

Pietro De Viola potrebbe essere considerato l’erede di chi già trent’anni fa ha descritto i cambiamenti del mondo giovanile. A titolo di esempio si può citare lo scritore Enrico Brizzi che col best-seller Jack Frusciante è uscito dal gruppo ha impersonato le passioni e le speranze di alcuni adolescenti bolognesi all’inizio degli anni ’90, compiendo riferimenti molto puntuali sulla situazione sociale e politica del Bel Paese.

Roberto Riva

(Notiziario n. 112, marzo 2023, pp. 15-16)