Miguel Gotor, «L’Italia nel novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon», Torino, Giulio Einaudi Editore, 2019

Questa interessante ricostruzione ripercorre le tappe della modernizzazione del nostro Paese, dalla fine del diciannovesimo secolo a poco prima del periodo pandemico.

Più nello specifico, il lavoro si divide in tredici capitoli: il primo tratteggia gli avvenimenti occorsi tra i governi succeduti a Crispi e l’egemonia giolittiana, quando il secondo si concentra sulle vicende correlate alla Grande Guerra. Successivamente, ampio spazio è dedicato all’avvento del fascismo ma anche all’evoluzione degli altri partiti di massa. Nel quarto si trattano gli anni Venti e Trenta e come il regime mussoliniano sia riuscito a costruire un consenso sempre più capillare, mentre nel quinto sono esposti gli avvenimenti intercorsi tra la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 e la notte del Gran Consiglio del 24-25 luglio 1943. Anche nel sesto capitolo assistiamo ai riferimenti drammatici della fuga del re dalla capitale nel settembre 1943 fino a giungere alle giornate insurrezionali contro i nazifascisti nell’aprile 1945.

Nella seconda parte del volume l’autore si concentra sull’Italia repubblicana e, più precisamente, sulla ricostruzione avvenuta col programma ERP, sul paradigma governativo centrista, passando in seguito ad analizzare le cause del miracolo economico, della nuova formula di centrosinistra e dei tentativi di avversare i piani dei partiti riformisti. Nel nono capitolo ampio spazio è dedicato alla contestazione giovanile e all’«autunno caldo», ma anche ai fenomeni di violenza politica e stragista che si sono verificate da piazza Fontana a piazza della Loggia tra il dicembre 1969 e il maggio 1974.

Nei capitoli successivi si parla della «solidarietà nazionale» ma, dopo il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, inizia quel riflusso ideologico che, anche per motivazioni internazionali, a fine anni ’80 avrebbe condotto alla conclusione della «guerra fredda». Nel dodicesimo capitolo Gotor racconta l’Italia dei primi anni ’90, la caduta della «Prima repubblica» e l’affermazione di un sistema bipolare. Il saggio termina affrontando temi di stretta attualità, come le «larghe intese», l’antipolitica e soprattutto come multinazionali quali Amazon abbiano modificato le dinamiche lavorative e sociali.

Questo libro è divulgativo, scorrevole, ma alla stessa maniera preciso, correlato da note dettagliate, da un’ampia bibliografia e da un indice dei nomi nella parte conclusiva. L’impostazione di Gotor dimostra che l’evoluzione del nostro Paese non è avvenuta solamente nelle stanze dei palazzi, ma soprattutto nei contesti socio economici e culturali. Per questo motivo sono spesso narrati eventi di folklore, come ad esempio i canti della «Grande Guerra», l’evoluzione musicale di San Remo o i protagonisti del panorama canoro dagli anni ’60 a quelli più recenti.

Il saggio confronta spesso i rapporti che il nostro Paese ha intessuto con le principali potenze europee e i vicini stati mediterranei, ma talvolta compaiono riferimenti ad attori più lontani, come ad esempio il Cile di Salvador Allende negli anni ’70 e la necessità che anche in Italia le forze di sinistra potessero individuare una personalità di quella caratura carismatica.

Roberto Riva

(Notiziario n. 118, febbraio-marzo 2024, p. 9)