Global Environment. A Journal of Transdisciplinary History, «New Geographies in Animal History», n. 16.1, 2023, 159 pp., https://www.whpress.co.uk/GE.html
Ci fa particolarmente piacere recensire qui il numero appena pubblicato della rivista internazionale Global Environment. A Journal of Transdisciplinary History, «New Geographies in Animal History», il cui indice propone, tra gli altri, autori di area iberoamericana –ambito geografico di nostro specifico interesse–, in un rapporto di attiva e fruttuosa cooperazione con colleghi di altri istituti CNR e Università.
Nel 2017 nasce la rivista semestrale Global Environment. A Journal of Transdisciplinary, promossa e curata da Gabriella Corona, dirigente di ricerca dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del CNR di Napoli, e da Mauro Agnoletti, ordinario del Dipartimento di Scienze Tecnologiche, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze. La pubblicazione si avvale di un comitato di redazione numeroso e prestigioso, che proviene da tutti e cinque i continenti; la direzione è affidata a Gabriella Corona e a Mauro Agnoletti, mentre chi scrive, oltre a far parte del comitato editoriale, ricopre il ruolo di caporedattore dal 2019. Inizialmente pubblicata dalla casa editrice XL Edizioni di Roma, dal 2014 la rivista è passata a The White Horse Press di Cambridge, editore indipendente specializzato in scienze umane, sociali e ambientali. Uno dei due numeri annuali è realizzato dal Raquel Carson Center, un’organizzazione internazionale interdisciplinare, centro per la ricerca e la formazione in scienze umanistiche ambientali, partner importante e di grande rilievo scientifico.
Ogni numero del periodico può comprendere una parte monografica e sezioni quali Biblioteca, Intervista, In giro per il mondo, Politica, Tavola rotonda, Dialoghi, Storiografia, che offrono spazio a dibattiti pubblici intorno ai problemi ambientali o alle discussioni culturali e teoriche. Molti i temi affrontati dai numeri monografici nei quindici anni di vita della rivista; per citarne solo alcuni: ambiente e memoria, Mediterraneo e Mediterranei, piccole isole e pericoli naturali, tempeste di sabbia e globalizzazione, la campagna e la città, i problemi nei paesi socialisti e post-socialisti.
La proposta degli articoli avviene online con il sistema di gestione Open Journal System e con una struttura di double blind review; il sistema lavora con SHERPA/RoMEO, un database di politiche di accesso aperto degli editori, che viene utilizzato in tutto il mondo da gestori di repository, amministratori e accademici. La rivista è inserita nell’Emerging Sources Citation Index e le è stata inoltre riconosciuta dall’ANVUR la Classe A per Storia Contemporanea, Storia delle Relazioni Internazionali e Storia delle dottrine e delle istituzioni politiche.
Lo scopo della rivista è quello di essere riconosciuto come forum di riferimento, nonché raccordo per le ricerche in corso sull’ambiente e sulla storia del mondo, con particolare riguardo all’età moderna e contemporanea e con particolare attenzione alla comprensione dei processi che hanno portato allo stato attuale del nostro ambiente, alle differenze tra il suo stato e la sua gestione, oggi e nelle epoche passate. La pubblicazione non si limita a promuovere i soli studi storici, ma ha sempre offerto spazio anche a testi di attualità, con la finalità di stimolare e di raccogliere studi e ricerche che, pur nella diversità di approcci e temi, condividano una prospettiva ambientale da cui guardare ai problemi del mondo e della storia, compresi lo sviluppo economico, le relazioni sociali e produttive, il governo e le relazioni tra i popoli. Da qui l’impegno di riunire diverse aree di competenza, sia nelle scienze naturali che in quelle sociali, per aiutarle a trovare un linguaggio e una prospettiva comune nello studio della storia, considerando che gli approcci dei metodi degli storici ambientali sono molto cambiati negli ultimi anni, con l’apporto di discipline diverse dalla storiografia tradizionale.
Gli studiosi invitati comprendono pertanto non solo storici, ma anche ecologisti, agronomi, esperti di scienze forestali, botanici, geologi, climatologi, economisti, sociologi, urbanisti, giuristi, archeologi, ecc., le cui finalità sono quelle di interpretare l’attuale crisi ambientale: tale multidisciplinarietà facilita l’integrazione dei risultati delle ricerche nell’ambito delle politiche ambientali, una sfida importante che può consentire alla storia ambientale di guadagnarsi un posto tra le discipline scientifiche attualmente impegnate a definire le azioni da intraprendere per raggiungere uno sviluppo sostenibile. La rivista cerca di dare spazio alle esperienze storiche delle regioni più remote del globo, diventando un mezzo per la comunicazione e per la discussione tra studiosi provenienti da parti del mondo molto distanti sia culturalmente che geograficamente e cercando altresì di evidenziare la relazione tra fenomeni globali e fattori locali.
La sezione monografica di questo numero, dal titolo «New Geographies in Animal History», ben si inserisce nel contesto della fiorente letteratura sulla storia degli animali ed offre un contributo originale nell’esplorazione di nuove frontiere geografiche e culturali, facendo emergere i diversi punti di vista di studiosi provenienti da Africa, Europa, Caraibi, America Latina e Nord America. Il monografico è curato da tre storici ambientalisti. Regina Horta Duarte, professoressa di Storia all’Universidade Federal de Minas Gerais in Brasile, che rivolge particolare attenzione alla storia della biologia e degli animali, si sofferma nel suo contributo dal titolo «Intertwined Lives: Animals in Mining Disasters in Brazil» sull’importanza degli animali in situazioni ad alto rischio in un mondo sempre più sconvolto da disastri socio-ambientali causati dalle attività delle grandi industrie e dai conseguenti cambiamenti climatici. Sandra Swart, dell’Università di Stellenbosch, Sudafrica, accentra i suoi studi sulla storia dell’Africa australe, con lo sguardo rivolto al mutamento delle relazioni tra uomo e animale, e qui propone un articolo sui babbuini del Sud Africa dal titolo «Little Grey Men? Animals and Alien Kinship». John Soluri, docente della Carnegie Mellon University negli Stati Uniti, presenta una storia della resilienza ecologica del guanaco nella Patagonia meridionale con l’articolo dal titolo «The Wild Side: Hunting Guanacos in Patagonia». Sempre di area latinoamericana, segnaliamo l’articolo di Reinaldo Funes Monzote, docente alla University of Havana, a Cuba, dal titolo «The Short-Lived Zebu and Beef Boom in Cuba Before the 1959 Revolution. A Socio-Environmental Approach», che indaga sull’allevamento intensivo degli zebù per la produzione di carne bovina a Cuba negli anni ’40 e ’50.
Julia Lajus, professore associato presso il Dipartimento di Storia della School of Social Sciences and Humanities del National Research University, St. Petersburg, interviene con l’articolo «Fish as a Resource and a Curiosity in International Exhibitions at the End of the Nineteenth Century», che analizza la percezione dei pesci da parte degli umani, per lo più non riconosciuta. In questo scritto si discute in particolare sulle esposizioni alle Fiere Mondiali e alle Mostre specializzate della pesca, che furono piuttosto numerose tra il 1880 e l’inizio della Prima guerra mondiale. Segue l’articolo di Wesley Mwatwara, University of Zimbabwe, dal titolo «Human-Animal Relations and Livestock Disease Management in Postcolonial Zimbabwe, c.1980-2022», in cui vengono ripercorse le strategie di gestione delle malattie del bestiame nello Zimbabwe coloniale e l’impatto significativo sul modo in cui gli allevatori comuni hanno determinato quali animali allevare e con quali modalità. Concludono il volume le sezioni Library e ICHEO Pages.
Emilia del Giudice
(Notiziario n. 111, gennaio 2023, pp. 7-9)
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