Maria Cassella, «Come allestire e comunicare le mostre in biblioteca», Milano, Editrice Bibliografica, 2021

Maria Cassella, Come allestire e comunicare le mostre in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2021, 50pp.

In previsione dell’evento di aprile, che vedrà il nostro centro di ricerca alle prese con l’apertura straordinaria della biblioteca, abbiamo scelto il manuale in oggetto per approfondire le strategie più adatte alla realizzazione della manifestazione e per pianificarla al meglio. Il manuale appartiene alla collana «Library Toolbox», pensata come un contenitore di strumenti e proposte pratiche per gli operatori del settore bibliotecario.

L’esergo scelto da Maria Cassella per il suo volume è un tweet del professore e direttore della School of Library & Information Science dell’Università del South Carolina David Lankes, che recita: «Bad libraries build collections, good libraries build services, great libraries build communities». L’aforisma ben si adatta all’argomento proposto dal libro, che racconta le biblioteche come luoghi sociali e come ‘conversazioni’, e in quanto tali necessitano di strategie adatte per essere comunicate.

Maria Cassella, responsabile dell’Area servizi bibliotecari del Campus Luigi Einaudi di Torino e direttrice della Biblioteca “Norberto Bobbio” dell’ateneo torinese, guida il lettore verso l’allestimento di una mostra bibliografica, uno dei principali metodi per promuovere la biblioteca e le relative collezioni. Partendo dall’importanza della comunicazione in qualsiasi tipo di mostra, si addentra nel campo bibliotecario, fornendo suggerimenti circa le migliori pratiche da attuare per realizzare un evento di successo.

Infatti, grazie all’attenzione sempre maggiore verso la Terza missione, recentemente nelle biblioteche sono state organizzate un numero crescente di mostre, con lo scopo di far conoscere il fondo bibliografico ad un nuovo pubblico, di valorizzare l’offerta culturale, di promuovere il proprio patrimonio e con altri obiettivi declinati a seconda della tipologia di ogni istituzione. Ma le mostre non sono eventi ordinari nelle biblioteche, che spesso sono concepite solo come luoghi di studio e di altre attività, come ad esempio presentazioni di libri, gruppi di lettura o corsi di formazione. E, quando vengono realizzate delle esposizioni, l’attenzione è focalizzata solo sul tema e sui contenuti, trascurando l’aspetto essenziale della comunicazione, relegato a mera attività secondaria, ma messo qui in rilievo dall’autrice.

Il percorso dell’organizzazione parte dall’individuazione del motivo della mostra, con conseguente selezione del tema e dei volumi da esporre. Nel momento in cui il libro viene utilizzato come oggetto d’arte, e dunque espositivo, il suo significato può differire dal suo contenuto: come nell’esempio riportato dalla studiosa, se il libro viene esposto in quanto manufatto (magari antico o con incisioni caratteristiche), esso comunicherà non tanto i suoi contenuti, quanto la sua forma. Di discreta importanza è dunque anche la disposizione di tali volumi, che indicheranno il percorso al visitatore. Cassella si sofferma anche sul miglior tipo di espositore da usare a seconda dell’oggetto, come leggii per i volumi aperti e vetrine a temperatura controllata per manoscritti preziosi.

Una volta stabilito il contenuto e ciò che si vuole comunicare con la mostra, è necessario decidere come comunicare la mostra stessa. A questo tema, l’autrice dedica tre capitoli: «Il sistema di supporti comunicativi esterni», relativo ai segnali utilizzati per catturare l’attenzione del visitatore, come i manifesti, ed accompagnarlo nella decodifica dei simboli della mostra, come le didascalie; «I supporti comunicativi digitali», sull’utilizzo della tecnologia in ambito museale, come i codici QR per gli approfondimenti o la riproduzione di video in loco, recuperabili anche sui relativi siti; «Oltre la promozione e la comunicazione: i social per raccontare una mostra», sulle molteplici potenzialità dei canali social per coinvolgere il pubblico e per raccontare la mostra ‘oltre la mostra’, con immagini del backstage, curiosità ed azioni partecipative.

Il manuale termina con un approfondimento sulle mostre virtuali, decisamente all’avanguardia e figlie del lockdown, con esempi tratti da diverse biblioteche italiane. Nelle conclusioni, l’autrice ribadisce due concetti fondamentali: gli strumenti comunicativi sono al servizio della mostra, non devono diventare i protagonisti togliendo spazio ai contenuti; inoltre, ogni mostra comunica, al di là delle proprie dimensioni e del budget di riferimento. Con un’attenta analisi degli obiettivi e del pubblico, e grazie alla lettura del volume in oggetto, si potranno acquisire competenze per allestire e gestire una mostra bibliografica di effetto, seguendo delle linee guida molto semplici ma precise: cosa si vuole comunicare, a chi lo si vuole comunicare, dove è meglio comunicarlo e come comunicarlo nel modo più opportuno.

Martina Mattiazzi

(Notiziario n. 112, marzo 2023, pp. 7-8)

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